Cristianesimo e Animali:
una bibliografia cronologica dei volumi
redatti in lingua italiana e inglese a partire dal 1742 ad oggi
. John Hildrop, Free Thoughts Upon the Brute Creation: or, an Examination of Father Bougeant’s “Philosophical Amusement upon the Language of Beasts”, Stampato per conto di R. Minors, Londra 1742-43, sotto forma di due lettere a una signora: 64 pp. e 88 pp.
Il Free Thought rappresenta la prima opera di filosofia moderna interamente dedicata agli animali. Si tratta di un lavoro pensato e scritto come commentario critico all’opera del gesuita Guillaume Hyacinthe Bougeant, l’Amusement Philosophique sur les Langages des Bêtes, basato sui dettami della Ragione e della Rivelazione. È composto da due lettere indirizzate a una non meglio definita lettrice femminile.
. Richard Dean, An Essay on the Future Life of Brutes, Introduced With Observation Upon Evil, Its Nature and Origin, G. Kearsley, Londra 1767. Vol. I, 111 pp.; vol. II, 115 pp.
Si tratta di un lavoro catatterizzato da una doppia anima: da un lato, esso è un “lavoro conciliatorio” tra le diverse istanze di un pubblico variegato, diviso tra la fedeltà all’anglicanesimo e le tendenze al dissenso calvinista; dall’altro, esso è veicolo di una caratteristica teologia della natura, una teologia progettata per rispondere alle minacce avanzate sia dall’arido materialismo filosofico sia dal separatismo religioso radicale. Caratteristica fondamentale dell’Essay è l’attenzione dell’autore verso la senzienza animale, che costituisce il perno su cui ruota l’intera discussione. Ponendo come punto centrale della sua opera la capacità animale di provare dolore, l’autore individua nella sensibilità la ragione che rende l’animale meritevole della attenzione divina e, quindi, umana – e non più l’affermazione di una loro vita futura.
. James Granger, An Apology for the Brute Creation, or abuse of animals censured, in a Sermon on Proverbs xii, T. Davies, Londra 1772, 25 pp.
Sembra si tratti del primo sermone interamente dedicato alla compassione verso gli animali e alla connessione tra educazione dei bambini e rispetto degli animali. L’Apology si svolge a partire dal versetto contenuto nel Libro dei Proverbi – già oggetto della riflessione di Hildrop – in cui il giusto e l’empio vengono definiti a seconda del loro modo di trattare gli animali. «Il giusto ha cura del suo bestiame», afferma Salomone (Prv 12,10).
. Humphrey Primatt, A Dissertation on the Duty of Mercy and Sin to of Cruelty to Brute Animals, T. Cadell, Londra 1776, 326 pp.
La Dissertation rappresenta un punto di svolta nel dibattito relativo alla questione animale. Rifiutandosi di battersi per l’affermazione della vita futura degli animali, come avevano gli autori precedenti, egli sceglie di perseguire un obiettivo, solo apparentemente, più “umile” ma dalle conseguenze altrettanto vincolanti, quello, ovvero, di riconoscere il dovere di rispettare gli animali in quanto esseri viventi dotati di senzienza, al di là di ogni giustificazione provvidenzialistica. Una posizione estremamente moderna alla base delle particolare fortuna che questo lavoro godette nel secolo successivo, in particolare durante gli anni Venti dell’Ottocento, quando finì per rappresentare uno dei cardini sui quali si sviluppò il movimento animalista inglese.
. John Toogood, The Book of Nature: a discourse on some of those instances of the power, wisdom, and goodness of God, which are within the reach of common observation, Samuel Hall, Boston 1802, 81 pp. [4° ed.]
L’autore sviluppa una critica del sistema educativo inglese, ovvero la mancanza di attenzione da parte degli insegnanti nei confronti della crudeltà praticata sugli animali. La sua riflessione è diretta specificatamente contro la pratica del cock-throwing. Alla parte del suo lavoro dedicata a questa usanza, e che corrisponde al sermone vero e proprio, l’autore antepone un saggio relativo alla Bontà di Dio presente nella creazione. Si tratta di un vero e proprio cantico delle creature in prosa, dove ogni elemento naturale viene elogiato per le sue qualità
. Samuel Osgood, The Gospel Among the Animals, or, Christ with the Cattle, Samuel R. Wells, New York 1867, 20 pp.
Nell’Introduzione a questo sermone, l’autore afferma: “Mi sembra quindi chiaro che dobbiamo riconoscere, oggi più che mai, l’unità del piano della creazione e studiarne, con reverenza, la connessione che tutti gli elementi, tutte le leggi e tutti gli esseri hanno tra di loro. È assolutamente inutile e folle escludere la natura dal mondo spirituale”.
. John George Wood, Man and Beast. Here and Hereafter: Illustrated by More Than Three Hundred Original Anecdotes, Harper, New York 1875, 143 pp.
Come afferma l’Autore nella Prefazione: “Nel presente lavoro ho tentato … di mostrare come gli animali inferiori possiedono quelle caratteristiche mentali e morali che riconosciamo appartenere allo spirito immortale e non ai corpi mortali. … Lo schema del libro è il seguente: inizialmente vengono prese in cosiderazione alcune difficoltà che sorgono da due passaggi incompresi dell’Antico Testamento per mostrare come le Scritture non neghino la vita futura agli animali; successivamente viene dimostrato come gli animali inferiori condividano con l’uomo gli attributi della ragione, del linguaggio, della memoria, il senso di responsabilità morale, l’altruismo e l’amore – attributi che appartengono allo spirito e non al corpo”.
. Thoughts Regarding the Future State of Animals, collected from various sources by J. Frewen Moor, Warren and Son: Winchester 1899, 198 pp. [2° ed.]
L’opera è costituita diversi lavori, tutti volti a dimostrare come le Sacre Scritture suggeriscano l’idea della futura vita degli animali. Come afferma l’autore nella Prefazione alla prima edizione: “Se è possibile mostrare come le Sacre Scritture non siano contro ma piuttosto a favore della vita futura degli animali, l’uomo, la donna e il bambino crudeli che hanno inflitto dolore inutile a qualsiasi creatura di Dio non dovrebbero rabbrividire al pensiero della possibilità di incontrare quelle stesse creature nella vita a venire?”.
. Frederic R. Marvin, Christ Among the Cattle: A sermon, J.O. Wright, New York 1899, 58 pp.
La notte di Natale del 1899, il ministro congregazionista Frederic Marvin pronunciò un sermone intitolato “Cristo tra gli animali”. Marvin considerava la nascita di Gesù nella mangiatoia come un fatto significativo: “niente nella vita del nostro Salvatore è privo di saggezza divina … L’avvento del nostro Salvatore associato alle bestie della stalla non ci insegna una lezione di rispetto e gentilezza nei confronti del mondo animale?” (pp. 1-2) L’autore si dedica ad analizzazione alcuni passi biblici in cui Dio mostra interesse non solo per gli uomini ma anche per gli animali.
. Elijah D. Buckner, The Immortality of Animals and the Relation of Man as Guardian: from a Biblical and Philosophical Hypothesis, Jacobs, Philadelphia 1903, 291 pp.
Come afferma l’autore nella Prefazione: “Lo scopo è dimostrare come Dio, creando l’intero universo, i cieli, la terra e tutte le cose che in esso si trovano, governi e controlli questo grande cosmo in accordo con le leggi universali di armonia e bontà. Egli ha, infatti, un progetto nel creare un pianeta tanto quanto un altro, un animale quanto un altro, e la sua attenzione si estende a tutti allo stesso modo … Io proseguo da dove molti teologi hanno terminato. Anziché limitare il potere e la bontà di Dio, io li estendo”.
. Francis Harold Rowley, The Humane Idea: a Brief History of Man’s Attitude Toward the Other Animals, and of the Development of the Humane Spirit into Organized Societies, American Humane Education Society, Boston 1912, 72 pp.
Come afferma l’Autore in apertura del suo lavoro: “Questo libro cerca di tracciare, quanto più brevemente possibile e con particolare attenzione verso gli animali, la storia di quel sentimento umano dal quale nascono la moltitudine di organizzazioni che, oggi, non solo cercano di difendere le creature inferiori di Dio dall’inumanità dell’uomo ma anche di ampliare ulteriormente lo spirito che incessantemente si appella al trattamento giusto e gentile di tutti gli esseri senzienti” (p. 1).
. Vincent A. Holmes-Gore, These We Have Not Loved: a Treatise on the Christian Attitude to the Creatures, C.W. Daniel co., London 1941, 115 pp.
“L’autore di questo libro considera qualsiasi versione del Cristianesimo che escluda la compassione di Dio verso tutte le creature sia un travisamento di ciò che il Maestro ha in realtà insegnato. Nel primo capitolo egli mostra quanto poco la religione abbia fatto in passato per sostenere la causa delle creature. Gli ultimi capitoli si occupano di temi come la vivisezione, gli sport crudeli, le crudeltà dei costumi e della moda e il vegetarianesimo”. (dalla quarta di copertina)
. Canciani Mario, Ultima cena dagli Esseni, Edizioni Mediterranee, Roma 1955, 122 pp.
Sulla base di una rigorosa ricerca archeologica, l’Autore indaga il Cenacolo dell’Ultima Cena, che, secondo i suoi studi, ebbe luogo nel quartiere esseno e seguì quindi la tradizione di celebrare la “Pasqua Fiorita” ovvero non crudenta. Cristo, ovvero non si cibò della carne di agnello ma si fece egli stesso Agnello di Dio.
. C. W. Hume, The Status of Animals in the Christian Religion, Universities Federation for Animal Welfare, Hertsfordshire-Londra 1957, 103 pp.
L’ipotesi del volume è che se sia l’Antico sia il Nuovo Testamento riconoscono il dovere dell’uomo di trattare con giustizia e misericordia gli animali, ben diversa è stata l’attitudine della Chiesa a tale proposito. A tal fine l’Autore propone una rassegna delle posizioni teologiche e filosofiche che nel corso dei secoli della storia cristiana hanno influenzato il rapporto tra esseri umani e animali. Il volume è corredato dalle illustrazioni di Fougasse.
. Andrew Linzey, Animal Rights: A Christian Assessment of Man’s Treatment of Animals, SCM Press, Londra 1976, 120 pp.
In questo testo l’autore propone una indagine della sofferenza animale in relazione alla teodicea e all’escatologia cristiane. Egli definisce il vegetarianesimo come un dovere morale: è, infatti, sbagliato uccidere gli animali se non in circostanze di primaria importanza. Per quanto riguarda la sperimentazione animale, egli afferma che gli argomenti utilizzabili per giustificarla possono essere usati anche per sostenere la ricerca condotta sugli esseri umani.
. Stephen R. L. Clark, The Moral Status of Animals, Clarendon Press, Oxford 1977, 221 pp.
Nel presente volume l’autore presenta il principio morale fondamentale secondo cui è errato provocare sofferenza inutile agli animali, da cui deduce il rifiuto sia della alimentazione carnea sia della maggior parte della ricerca bio-medica. Egli propone, inoltre, l’analisi delle otto argomentazioni fallaci gneralmente usate da chi desidera evitare tale principio e l’analisi critica di quella scienza, filosofia e teologia che propongono una visione strumentale degli animali, negando loro il proprio valore intrinseco.
. Richard Newman (a cura di), Bless all Thy Creatures, Lord: Prayers for Animals, Collier Macmillan, New York-Londra c1982, 130 pp.
Si tratta di una raccolta di preghiere, sia versi sia in prosa, dedicate agli animali domestici, selvatici e a gli esseri umani che si prendono cura di loro, tratte da fonti eterogenee, da autori come San Basilio il Grande,, John Galsworthy e Albert Schweitzer.
. J. Todd Ferrier, On Behalf of the Creatures, The Order of the Cross, Londra 1983, 124 pp.
“Ferrier … ha scritto un piccolo libro, On Behalf of the Creatures in cui discute l’evidenza storica [della necessità del vegetarianismo] tra i cristiani citando Tertulliano, Clemente di Alessandria e le Omelie Clementine”. (http://www.compassionatespirit.com/strange_new_gospels.htm)
. Thomas Keith, Man and the Natural World: Changing Attitudes in England, 1500-1800, Allen Lane, Londra 1983, 425 pp.
L’Autore offre una ricca analisi dei cambiamenti che si verificarono nel modo di percepire l’essere umano e il resto del vivente nell’Inghilterra moderna. Come afferma egli stesso“Una nuova sensibilità sorse nei confronti degli animali, delle piante e del paesaggio. La relazione tra uomo e le altre specie venne ridefinita e il diritto a sfruttare le altre specie per il proprio vantaggio personale venne messo in discussione”.
. Paul Santmire, The travail of Nature: the Ambiguous Ecological Promise of Christian Theology, Fortress Press, Philadelphia c1985, 274 pp.
Concentrandosi su autori della tradizione cristiana come Ireneo, Origene, Agostino, Aquino, Francesco, Bonaventura, Dante, Calvino, Lutero, Bath e Teilhard, l’autore indaga le basi su cui fondare una teologia non antropocentrica della natura.
. Tom Regan (a cura di), Animal Sacrifices. Religious Perspectives on the Use of Animals in Science, Temple University Press, Philadelphia 1986, 270 pp.
Si tratta di un antologia di testi relativi alle posizioni adottate da Ebraismo, Cristianesimo, Islamismo, Induismo, Buddismo, Giainismo e Confucianesimo circa l’uso degli animali nella ricerca biomedica. Gli autori fanno riferimento ai testi sacri, alle tradizioni scritte e orali, alle parabole religiose ma anche al folclore per analizzare la posizione di queste tradizioni religiose su questo tema.
Damien Michel, Gli animali, l’uomo e Dio, trad. it. (ed. or. francese), Piemme, Casale Monferrato 1987, 174 pp.
Come afferma l’autore nel suo testo: “Un dato essenziale del cristianesimo è questo: se l’animale non ha la nozione di Dio, ha però la nozione dell’uomo, e nella Bibbia, che cos’è l’uomo se non l’immagine di Dio?… L’attaccamento dell’animale all’uomo non è l’attaccamento di una creature verso un’altra qualunque creatura. Il servizio che l’animale dà all’uomo, l’obbedienza, la fiducia, il rispetto, l’amore spinto a volte fino a una sorta di adorazione e spesso fino al sacrificio totale, sono fatto che rivestono un significato teologico nuovo se si considera questo punto fondamentale del cristianesimo… Si può affermare che l’animale manifesta a volte un comportamento oscuramente ma innegabilmente religioso nei nostri riguardi. Il nostro concetto di Dio, diverso e infinito, è del resto più preciso di quello che l’animale ha dei motivi del nostro comportamento” (pp. 32-33).
. Andrew Linzey, Christianity and the Rights of Animals, Crossroad, New York 1987, 197 pp.
“Il libro rappresenta una giustificazione teologica del movimento per i diritti degli animali. L’autore sostiene di ‘teodiritti’ animali: pertanto, da un lato ‘Dio, in quanto creatore, ha dei diritti all’interno della sua creazione’; dall’altro, agli occhi di Dio gli animali possiedono un valore inerente a cui possono fare appello.
. Nazareno Fabbretti, Caro uomo. Lettere degli animali, Paoline, Cinisello Balsamo (Milano) c1988, 141 pp.
Nel suo lavoro Nazareno Fabbretti dà voce a diversi tipi di animali, nel tentativo di ascoltare e comprendere cosa pensano gli animali circa il disastro ecologico. Attraverso la fantasia – che, a suo dire, è la più alta forma di vera fede – lascia parlare questi animali, permettendogli di istruire gli esseri umani. Come afferma l’autore nella prefazione, questo libro è guidato dall’amore e dal rispetto per la natura umana.
. Andrew Linzey e Tom Regan, Compassion for Animals: Readings and Prayers, SPCK, Londra 1988, 130 pp.
Si tratta di un’antologia di letture bibliche, citazione di santi, teologi e poeti, assieme a preghiere per gli animali.
. Andrew Linzey e Tom Regan (a cura di), Animals and Christianity: a Book of Readings, Crossroads, New York 1988, 210 pp.
“Questa raccolta fornisce un indispensabile ed eccellente insieme di letture a proposito dello stato teologico e morale della manipolazione e dell’uso che gli uomini fanno delle altre specie animali. I curatori dividono le letture provenienti sia da fonti classiche e contemporanee in cinque sezioni. L’ultima sezione include letture di C. S. Lewis, Saint Thomas More, E. F. Schumacher, Karl Barth e Leo Tolstoy”. (William French, Journal of Religion, Vol. 70, No. 2 April 1990, p. 313)
. J. R. Hyland, The Slaughter of Terrified Beasts. A Biblical Basis for the Humane Treatment of Animals, Viatoris Ministries, Sarasota (Fla.) c1988, 86 pp.
“Dal tempo della creazione a quello di Cristo, la Bibbia testimonia l’amore e l’interesse che Dio nutre per la vita animale. Le Scritture raccontano la storia del fallimento dell’essere umano nel rivestire il ruolo assegnatogli da Dio – quello di assistente misericordioso delle creature non umane… La Bibbia invita gli uomini a porre fine alla propria violenza e agli abusi che compiono ai propri stessi danni e a quelli delle altre creature”. (dalla quarta di copertina)
. Jay B. McDaniel, Of God and Pelicans. A Theology of Reverence for Life, Westminster/John Knox Press, Louisville (Ky) c1989, 168 pp.
“Jay McDaniel propone una filosofia cristiana attenta agli interessi della vita naturale e, in particolare, agli interessi degli esseri senzienti che soffrono sotto il dominio umano… [Egli] propone una idea di Dio utile tanto ai bisogni delle creature non umane quanto al bisogno di guida morale che gli esseri umani hanno di fronte alla profonda crisi ecologica e al crescente abuso delle altre specie”. (Richard Cartwright Austin, Environmental Ethics, Vol. 13 (1991), pp. 361-365)
. Canciani Mario, Nell’arca di Noè, Edizioni Carroccio, Vigodarzare 1990.
L’autore si occupa di sostenere l’esistenza dell’anima degli animali. “anche per gli animali c’è posto in paradiso
. Jay B. McDaniel, Earth, Sky, Gods and Mortals. Developing an Ecological Spirituality, Twenty-Third Publications, Mystic (Conn.) c1990, 214 pp.
“Il sogno di Jay McDaniel per il futuro è incentrato su un villaggio globale, una comunità mondiale caratterizzata dalla ‘shalom’, la pace, costruita sulla giustizia, sulla sostenibilità e sull’armonia con Dio… Un atteggiamento di cura verso gli animali è parte integrale della spiritualità di McDaniel… Una spiritualità ecologica pensa gli animali come creature affini, amate da Dio e che contribuiscono alla sua gioia, e come parte del corpo di Dio”. (Hyslop, Anita M.. Source: Dialogue & Alliance, Vol. 5 No. 2 (Sum 1991), pp. 90-93)
. Ruth Page et alias, The Animal Kingdom and the Kingdom of God, Centre for Theology and Public Issues, University of Edinburgh, Edinburgo 1991, 42 pp.
Questo libricino contiene quattro interventi che vennero presentati alla conferenza “The Animal Kingdom and the Kingdom of God” al New College di Edinburgh, l’8 giugno 1991: “Il regno animale e il regno di Dio” di Ruth Page; “Il trattamento degli animali nell’industria alimentare” di Fordyce Maxwell; “Il regno animale e il regno di Dio” di Clive Hollans; e “La priorità etica dei deboli: le basi teologiche della liberazione animale” di Andrew Linzey.
. Lewis G. Regenstein, Replenish the Earth. A History of Organized Religions’ Treatment of Animals and Nature – Including the Bible’s Message of Conservation and Kindness to Animals, Crossroad, New York 1991, 304 pp.
Come l’autore sostiene nell’Introduzione: “Tutte le maggiori religioni del mondo hanno, fino a un tempo relativamente recente, insegnato la conservazione, il rispetto per la natura e l’ambiente e la gentilezza nei confronti degli animali… L’obbligo per l’uomo a rispettare e proteggere l’ambiente naturale è presente in tutta la Bibbia e negli scritti dei profeti e dei capi di queste grandi religioni… Anche se raramente predicato dal pulpito, la Bibbia contiene un insegnamento conservazione, rispetto per la natura e di gentilezza verso gli animali” (pp. 15-16).
. Gary A. Kowalski, The Souls of Animals, Stillpoint, Walpole 1991, 111 pp.
Come l’autore spiega nell’Introduzione: “Questo libro mira a esplorare la misura in cui gli animali sono le nostre anime gemelle e i nostri compagni di viaggio che partecipano alle cose che ci rendono più profondamente umani. Ciascun capitolo guarda a un diverso aspetto dell’esperienza animale. Gli animali giocano? Quali sono le loro paure e quali le loro fantasie? Che aspetto ha il mondo visto attraverso i loro occhi? Quanto sono simili le loro e le nostre esperienze? Un libro di tal fatta probabilmente solleva più domande di quelle che è in grado di rispondere” (pp. 1-9).
. Charles Pinches and Jay B. McDaniel (a cura di), Good News for Animals? Christian Approaches to Animal Well-Being, Orbis Books, Maryknoll (N.Y.) c1993, 258 pp.
Come il curatore afferma nell’Introduzione: “Al fine di rispondere alla domanda ‘i cristiani portano buone notizie per gli animali?’ questa antologia di saggi è divisa in quattro sezioni, corrispondenti a quattro domande. La prima domanda ‘Cosa si diceva degli animali nel passato?’… La seconda si chiede ‘Cosa si dice degli animali oggi?’… La terza è ‘I cristiani dovrebbero mangiare gli animali?’… E la quarta ed ultima domanda è ‘Come dovrebbero rispondere i cristiani agli attuali problemi riguardanti gli animali?’” (pp. VI-X).
. Piero Stefani, Gli animali e la Bibbia, Garamond, Roma 1993, 134 pp.
Questo libro contiene i saggi che vennero presentati alla conferenza – organizzata in collaborazione con il WWF a Spoleto presso il teatro della città – “Gli animali: i nostri fratelli minori”. Ciascun saggio è caratterizzato da un approccio peculiare che garantisce una forte interdisciplinarietà al testo nel suo insieme.
. Richard Sorabji, Animal Minds and Human Morals. The Origins of the Wester Debate, Cornell University Press, Ithaca (N.Y.) 1993, 267 pp.
“Richard Sorabji… fornisce una gamma di traduzioni di testi greci e latini, dai presocratici a Tommaso d’Aquino, pertinenti alla relazione che esiste tra gli esseri umani e gli animali. La sua lettura di questi testi è precisa, dettagliata e sempre illuminante. Dà peso agli scrittori ebrei e islamici e, successivamente, porta la narrazione storica attraverso i tempi moderni a scrittori come Montaigne, Descartes, Hobbes fino a Bentham e Darwin…”. (Timothy O’Hagan, The Philosophical Quarterly, Vol. 45 No. 179 (Apr. 1995), pp. 256-258)
. Damien Michel, Un paradiso per gli animali, Piemme, Casale Monferrato 1994, 197 pp.
. Joyce E. Salisbury, The Beast Within. Animals in the Middle Ages, Routledge, New York 1994, 238 pp.
“The Beast Within offre un’esplorazione dell’uso e dell’attitudine verso gli animali nella società medievale. Nel mentre, il volume fa luce sulle questioni ambientali moderne tracciando le radici della nostra attuale visione degli animali. Joyce E. Salisbury indaga il modo in cui gli abitanti dell’Europa occidentale hanno pensato e si sono occupati dei loro animali dal IV al XIV secolo d.C. Ella esplora l’impatto che il Cristianesimo ha avuto sul nostro modo di vedere gli animali e dimostra la riscoperta, avvenuta nel XII secolo, dell’idea di un lato animale negli umani attraverso cui le persone iniziarono a pensare a loro stesse come animali”. (dalla quarta di copertina)
. Judit Barad, Aquinas on the Nature and Treatment of Animals, International Scholars Publications, San Francisco (Calif.)1995, 195 pp.
Come l’autore afferma nell’Introduzione: “San Tommaso non era interessato ad analizzare gli animali non umani in se stessi. Lui era principalmente interessato a temi attinenti a Dio. Dopo le questioni divine, egli teneva in considerazione la natura dell’uomo… In accordo con il suo interesse per gli esseri umani, il Dottor Divino ha molte cose da dire circa la natura delle vita animale. Presenterò ciò che ritengo essere una coerente posizione tomista sugli animali, mettendo assieme la sua embriologia, i sui principi di continuità e gerarchia dell’essere, la continuità cognitiva degli animali e i suoi insegnamenti circa i diritti naturali degli animali” (pp. 1-4).
. Andrew Linzey, Animal Theology, University of Illinois Press, Urbana 1995, 214 pp.
(Tradotto in Teologia animale. I diritti degli animali nella prospettiva teologica, Edizioni Cosmopolis, Torino 1998).
“Il libro mostra non solo un profondo interesse per la giustizia etica nei confronti degli animali ma anche ‘che la teologia cristiana fornisce alcune delle categorie chiave di pensiero che permettono di raggiungere una piena concezione morale riguardo al posto riservato alle creature non umane in questo mondo. La prima parte stabilisce i principi teologici. Perché gli animali sono creature di Dio gli dobbiamo profondo rispetto… e siamo responsabili per loro… Gli animali sono esseri senzienti capaci di provare dolore come gli umani e godono dei diritti morali datigli da Dio… Un principio teologico di base è la priorità morale dei deboli… La seconda parte dimostra a partire da questi principi che il vegetarianesimo è un’idea biblica, mentre le sperimentazioni condotte sugli animali sono dei sacrifici abominevoli, la caccia è l’anti-vangelo della saccheggio e l’ingegneria genetica applicata agli animali … è una forma nuova ed assoluta di schiavitù animale”. (Hans Halter, Ethical Theory and Moral Practice, Vol. 1 No. 4, Solidarity and the Welfare State (Dec. 1998), pp. 485-486)
. Luke Puthrukayil, Christian Response to Ecological Challenges, Oriental Institute of Religious Studies, Kottayam (India), 1996, 164 pp.
“Christian response to ecological challenges di Luke Puthrukayil è un tentativo veramente innovativo di sviluppare sia il necessario fondamento razionale – teoretico e teologico – sia le fondamenta per il trattatamento del nostro ecosistema come essenzialmente parte della totalità della natura di cui l’uomo è parte. Tutela significa autorità su animali e piante, non per la loro distruzione ma per perpetuare l’intensa relazione che esiste tra l’uomo e gli animali. Quindi il ruolo dell’uomo si definisce come custode degli animali”. (Dr. J. C. Mukalel and Dr. A. K. Chirappanath, Foreword, pp. i-iv)
. Tony Sargent, Animal Rights and Wrongs. A Biblical Perspective, Hodder & Stoughton, Londra 1996, 264 pp.
Nel suo libro l’autore presenta l’Antico Testamento – il quale, egli dice, “contiene più di tremila riferimenti agli animali e alla loro vita” – mentre si occupa del mondo animale e della responsabilità umana. Egli afferma “ho raccolto nel mio testo molti – ma non tutti – dei riferimenti al mondo animale presenti nella Bibbia. Ho cercato di mantenerli nel loro contesto e spiegare perché essi sono stati utilizzati” (p. 3).
. Paul Shepard, The Others. How Animals Made Us Human, Island Press, Washington D. C. 1996, 374 pp.
“L’ambientalista Paul Shepard ricorre a dati provenienti da campi diversi settori, tra cui la teoria dell’evoluzione, l’antropologia culturale, la zoologia, la filosofia, la psicologia, la religione, la mitologia al fine di spiegare come, fin dai loro primi inizi, la vita e il pensiero umano siano stati modellati dagli animali che condividono il mondo con noi. Egli descrive l’importanza degli animali nel simbolismo, nel folklore, nell’arte, nella poesia, nella musica, nella danza, nell’arte drammatica e nel gioco; inoltre rivela il ruolo che alcune specie hanno avuto come oggetti di culto, di pronostici, di insegnanti e di guide”. (Elizabeth Atwood Lawrence, American Anthropologist, New Series, Vol. 99. No. 1 (Mar. 1997), p. 198)
E. Drewermann, Sull’immortalità degli animali, Neri Pozza, Vicenza 1997, 72 pp.
Solo l’essere umano è immortale, per la teologia cristiana: l’homo sapiens è il vertice e il centro della creazione, unico depositario dell’anima, e tutta la terra è al suo servizio. Eppure questa concezione – così diversa, ad esempio, da quella del Buddhismo o degli antichi Egizi – si scontra con il dato ormai acquisito dell’evoluzione, che impedisce di tracciare una linea certa di demarcazione tra la natura umana e quella degli animali. Perché dunque non dovrebbero avere un’anima, se condividono il nostro stesso principio vitale? Eugen Drewermann, teologo e psicanalista, conduce in questo libro una serrata argomentazione che mette le concezioni del mondo antico e delle altre religioni a confronto con la dogmatica cristiana e con la condizione attuale degli animali: dagli orrori dell’allevamento industriale, dove la morte viene occultata, a quelli della vivisezione. Riflettere sulla sofferenza degli animali e sulla loro speranza di resurrezione è per Drewermann un momento essenziale di una più ampia riflessione sulla vita e sulla morte, nella sottile convinzione, scrive Luise Rinser introducendo il saggio, che alla fine esista solo il Regno di Dio, di cui tutti fanno parte, viventi e morti, inclusi gli animali. Ecco allora aprirsi la possibilità di un Cristianesimo che sappia rispondere alle sfide etiche del presente, di una teologia nuova che tenga conto dell’evoluzione e del “fluire ininterrotto” attraverso cui lo spirito si manifesta nel mondo.
Bianchi Enzo, Uomini e animali visti dai padri della chiesa. Magnano (Biella): Edizioni Qiqajon, 1997, 98 pp.
. Alice L. Laffey, Apprecciating God’s Creation Through Scripture, Paulist Press, New York 1997, 76 pp.
In questo lavoro Alice Laffey presenta ai fedeli suoi contemporanei la consapevolezza dei loro antenati nella fede. Infatti, ella dice, “essi erano intensamente consapevoli della loro vulnerabilità; riconoscevano la loro dipendenza, per la loro sopravvivenza, dal Dio che li aveva liberati dall’Egitto… e dalla creazione divina – gli elementi, le piante, gli animali e ciascuno di loro. Essi non potevano controllare Dio, né potevano sentire di poter controllare la creazione, eppure avrebbero cessato di esistere senza che Dio e la natura avessero guardato ad essi in modo favorevole. Vissero giornalmente con questa consapevolezza, una consapevolezza che generava in loro gratitudine verso Dio per i doni della creazione e un timore reverenziale” (pp. 1-5).
. Charles Birch and Lukas Vischer, Living with the Animals. The Community of God’s Creatures, WCC Publications, Geneva c1997, 81 pp.
“Per tutta la storia della cristianità, salvo alcune importanti eccezioni, un’attitudine fortemente umanocentrica nei confronti della creazione ha ignorato la “comunità delle creature di Dio”. Gli animali sono visti come aventi un valore solo in misura in cui servono ai bisogni e ai desideri umani… In questo testo due attenti ecumenismi – uno scienziato e un teologo – riflettono sulla relazione che intratteniamo con gli animali alla luce della testimonianza biblica…”. (dalla quarta di copertina)
. Andrew Linzey and Dan Cohn-Sherbok, After Noah: Animals and the Liberation of Theology. Londra; Herndon, VA: Mowbray, 1997, 156 pp.
“Questo fine e dettagliato lavoro è il primo studio completo degli insegnamenti ebraici e cristiani sugli animali. In After Noah Dan Cohn-Sherbok e Andrew Linzey mostrano come ebrei e cristiani hanno spesso mancato di prendere in considerazione il potere delle loro tradizioni nel proporre una considerazione più compassionevole e sensibile per gli animali”. (dalla quarta di copertina)
. John Styles, The Animal Creation: its Claims on our Humanity Stated and Enforced, E. Mellen Press, Lewiston (N.Y.) c1997, 226 pp.
Come afferma l’editore (Gary Comstock) nell’Introduzione: “Le basi teologiche degli argomenti di Style si trovano nella teologia naturale e rivelata. La prima si riferisce alle credenze religiose, la cui verità può essere affermata attraverso la ragione e la scienza… La seconda si riferisce a quelle credenze umane che non possono essere ottenute razionalmente o scientificamente… L’etica cristiana di Style si basa sulla rivelazione biblica che, secondo lui, rivela uno “spirito di umana e tenera considerazione per la felicità degli animali” (p. 120).
. Stephen H. Webb, On God and Dogs. A Christian Theology of Compassion for Animals, Oxford University Press, New York 1998, 222 pp.
“In questo libro, coinvolgente e stimolante, Stephen Webb offre una prospettiva cristiana rilevante per il tema della nostra responsabilità per gli animali, guardata attraverso le lenti della nostra relazione con i pet – specialmente i cani. Webb afferma che il legame emozionale con gli animali da compagnia dovrebbe giocare un ruolo centrale nel modo in cui pensiamo gli animali in generale e – contro i più estremi liberazionisti animali – difende il mescolarsi degli uomini col mondo animale”.
. Elisa Anti, Santi e animali nell’Italia Padana secoli IV-XII, CLUEB, Bologna c1998, 276 pp.
“Siano essi domestici, selvatici o fantastici, gli animali costituiscono una presenza importante all’interno della letteratura agiografica dell’età medievale. Accanto ai santi, coi loro devoti, ma anche coi loro nemici, compare infatti una folta moltitudine di creature viventi, dalle più umili alle più esotiche e straordinarie. Esse partecipano spesso, direttamente o indirettamente, alle vicende descritte dall’agiografo per delineare la personalità del santo, il suo carisma e la sua natura di essere straordinario da venerare e, soprattutto, da imitare. L’analisi di tali episodi in un ambito geografico e cronologico preciso, quello della Pianura Padana alto e pieno medievale, permette sia di rievocare un mondo nel quale lo stretto rapporto di convivenza tra santi e animali era basato su un sostanziale rispetto della natura e delle sue leggi, sia di ripercorrere i primi decisivi passi di quel progressivo allontanamento dell’uomo dalla natura che tanto è costato, e costa tuttora, all’ambiente in cui viviamo”. (dalla quarta di copertina)
. Baricalla Vilma, L’attesa del creato. Riflessioni su alcuni capitoli del Genesi, in Battaglia Luisella (a cura di), Le creature dimenticate, Macro Edizioni, Cesena 1995.
In questo saggio Vilma Baricalla analizza il primo capitolo del Genesi da un punto di vista linguistico, filologico e teologico per far emergere il ruolo di tutore assegnato da Dio all’essere umano sul resto della creazione.
. Andrew Linzey, Animal Gospel: Christian Faith as though Animals Mattered, Westminster John Knox Press, Louisville (Ky.) 2000, c1998, 171 pp.
“L’autore presenta la sua visione del Vangelo Animale e cerca di mostrare come esso possa illuminare la nostra comprensione della relazione che intratteniamo con gli animali. Ciò è culminato in un libro personale che rende conto della fede che ha ispirato e incoraggiato l’autore a lavorare in difesa degli animali… Il volume è diviso in due parti: la prima riguarda il modo in cui l’insegnamento cristiano ha nullificato gli animali, mentre le seconda esamina i modi in cui gli animali sono oggi trattati… e afferma che queste pratiche sono ottenebranti dal punto di vista del vangelo”. (Journal of Contemporary Religion, Vol. 14 No. 3 (Oct 1999), p. 442)
. Andrew Linzey e Dorothy Yamamoto (a cura di), Animals on the Agenda: Questions about Animals for Theology and Ethics, University of Illinois Press, Urbana 1998, 297 pp.
“Questo volume enciclopedico è la raccolta più completa degli studi originali sugli animali e sulla teologia mai pubblicati. Gli autori provenienti da entrambi i lati dell’Oceano Atlantico si rivolgono a molti temi che sollevano domande fondamentali circa la teologia e come questa si riversa nella pratica. Gli animali hanno un’anima immortale? Il lavoro di riconciliazione di Cristo include gli animali?… Tra gli autori: Stephen R. L. Clark, Jay B. McDaniel, John B. Cobb Jr., Dorothy Yamamoto e altri”. (dalla quarta di copertina)
. Paolo di Benedetti, E l’asina disse… : l’uomo e gli animali secondo la sapienza di Israele, Edizioni Qiqajon, Magnano (Biella) 1999, 61 pp.
“In questo testo De Benedetti – attualmente docente di Giudaismo e di Antico Testamento – propone una sua personale ‘teologia degli animali’ di schietta ambientazione ebraica. Egli chiarisce da subito la propria posizione, evidenziando come i dati scritturistici sugli animali ci pongano di fronte ad un”ambiguità ermeneutica che avrebbe potuto essere sviluppata in senso positivo o negativo: ‘forse la tradizione del giudaismo rabbinico l’ha sviluppata di più in senso positivo verso gli animali; invece il cristianesimo più in senso negativo’ (p.14), anche se in entrambi gli orizzonti non mancano le dovute eccezioni”. (http://csr.fondazionesancarlo.it/fsc/Viewer?cmd=recensionidettaglio&id=187)
. Richard Alan Young, Is God a Vegetarian? Christianity, Vegetarianism, and Animal Rights, Open Court, Chicago c1999, 187 pp.
“Vegetarianesimo e diritti animali dovrebbero interessare al Cristianesimo? Dio prescrisse una dieta vegetariana nel Paradiso eppure il Vecchio Testamento stabilisce una dieta carnea e Gesù mangio la carne. Il professor Young ci fornisce una fresca lettura delle tradizioni ebraiche e cristiane su temi relativi agli animali…”. (dalla quarta di copertina)
. Robert M. Grant, Early Christians and Animals, Routledge, Londra-New York 1999, 214 pp.
“La prima metà considera ‘animali biblici’ … ‘animali rari’… e ‘animali fantastici’. Dopo seguono capitoli su ‘Gli Alessandrini”, ‘Gli Antiochieni’ e “I Padri della Chiesa’… Nonostante i titoli il libro riguarda materiale sia pagano sia medievale”. (Margaret Atkins, Journal of Ecclesiastical History, No. 51 Vol. 4 (Oct. 2000), pp. 774-775)
. Andrew Linzey, Animal Rites. Liturgies of Animal Care, The Pilgrim Press, Cleveland 2001, c1999, 186 pp.
“Secondo i cristiani il Logos è la fonte della vita, tuttavia il loro culto rimane principalmente umanocentrico. Questo testo fornisce dieci nuove liturgie a favore e comprendenti gli animali”. (dalla quarta di copertina)
. John R. W. Stott, The Birds, Our Teachers, H. Shaw Publishers, Wheaton (Ill.) 1999, 96 pp.
“In questo libro, unico e intrigante, Stott prende sul serio l’esortazione di Gesù, presente nel Sermone della Montagna, ‘Guardate gli uccelli del cielo’ (Matt 6:26). Dimostra lezioni sulla fede dallo sfamare i corvi, sul pentimento dalla migrazione delle cicogne, sulla libertà dal volo dell’aquila, sulla gioia dal canto dell’allodola e altro”. (http://www.familychristian.com/shop/product.asp?prodID=151985&name=John Stott-The Birds Our Teachers)
. J. R. Hyland, God’s Covenant with Animals. A Biblical Basis for the Humane Treatment of All Creatures, Lantern Books, New York 2000, 128 pp.
“Hyland… cerca di trovare il pensiero dei diritti degli animali nella Bibbia e quindi di giustificare il movimento per i diritti degli animali ai cristiani che credono nella Bibbia. Ella afferma che gli ultimi profeti (Isaia, Geremia, Michea e Osea) si opposero non solo al formalismo religioso ma anche specificatamente al sacrificio animale del culto del tempio. Afferma che le immagine dell’Eden prima della caduta e la visione del ‘Peaceable Kingdom’ di Isaia 11:4-9 rappresentano il regno di Dio come esso era, come sarà e come deve essere ora”. (http://www.lanternbooks.com/review.html?session=faee1ee7992eb75fd7f75227859aa6c2&cat=27&id=1930051158&revid=745)
Guidalberto Bormolini I vegetariani nelle tradizioni spirituali, Il Leone Verde, Torino 2000, 152 pp.
Uno studio esauriente ed approfondito sulla pratica e il significato dell’astinenza dalle carni e altri cibi nelle tradizioni sapienziali antiche e soprattutto nel Cristianesimo. Il saggio fornisce una salda e appassionante base teorica e dottrinale a una scelta che coinvolge un numero sempre crescente di persone. (dalla quarta di copertina)
. Mary Lou Randour, Animal Grace. Entering a Spiritual Relationship with Our Fellow Creatures, New World Library, Novato 2000, 165 pp.
“Seguendo i passi del Vangelo Animale di Linzey… il libro dello psicologo e attivista Randour muove da affermazioni teologiche e morali sul valore degli animali al fine di mostrare come gli essi ci possano aiutare per guarire dalle nostre malattie, imparare ad amare e affrontare la morte stessa”. (Christian Graham, Library Journal, Vol. 125 No. 4 (2000), p. 98)
. Keith Akers, The Lost Religion of Jesus: Simple Living and Nonviolence in Early Christianity, Lantern Books, New York 2000, 260 pp.
Come l’autore afferma nell’Introduzione: “Questo libro è un riesame della storia della cristianità ebraica e delle sue implicazioni al fine di comprendere il Gesù storico. Per gli ebrei cristiani Gesù era un ebreo devoto che insegnò la legge data da Mosè; ma nell’esaminare questa legge Gesù raggiunse conclusioni radicali. Gli ebrei cristiani considerarono che la vera peculiarità di Gesù e dei suoi discepoli fosse l’etica di Gesù circa una vita semplice e non violenta, e non, piuttosto, una nuova teologia”.
. Kerr S. Walters and Lisa Portmess, Religious Vegetarianism. From Hesiod to Dalai Lama, State University of New York Press, Albany c2001, 203 pp.
“In questo libro Kerr S. Walters e Lisa Portmess raccolgono scritti che mostrano una risposta devozionale e analitica alla vecchie domande riguardanti la sofferenza animale, le abitudini alimentari e la responsabilità umana. Queste includono scritti dagli antichi autori orfici e pitagorici, scritti che abbracciano secoli del pensiero indiano e buddista e scritti dalla tradizione ebraica, cristiana e islamica”. (dalla quarta di copertina)
. Gary A. Kowalski, The Bible According to Noah. Theology as if Animals Mattered, Lantern Books, New York 2001, 122 pp.
“Questa è una serie di meditazioni su alcuni dei più importanti eventi della Bibbia ebraica in relazione al nostro trattamento degli animali. Nel primo capitolo, Kowalski medita sulle narrazioni della creazione presenti nel Genesi e accenna alla nostra responsabilità per la terra… Kowalski prosegue con i capitoli riguardanti la storia dell’arca di Noè, il quasi-sacrificio di Isacco, le sofferenze di Giobbe e il suo risanamento e, infine, la storia di Giona”. (James F. DeRoche, Library Journal, May 15 (2001), p. 129)
. Stephen H. Webb, Good Eating, Brazos Press, Grand Rapids (MI) c2001, 272 pp.
“Stephen… Webb sollecita a coltivare e a praticare una tutela compassionevole per loro [gli animali]. Egli sviluppa la ‘prima teologia della dieta sistematica moderna’, toccando temi come il sacrificio animale, l’ultima cena, il pacifismo e il posto degli animali in paradiso”. (dalla quarta di copertina)
. Rod Preece (a cura di), Thomas Young, An Essay on Humanity to Animals, Edwin Mellen Press, Lewiston (N.Y.) c2001, 136 pp.
David Fraser nella Prefazione afferma: “Il Reverendo Thomas Young scrisse questo commentario su quelli che egli chiama “i figli della natura”. Restando vicino alla moralità comune del suo periodo, egli esortò “i suoi concittadini – e, talvolta, specificatamente i suoi colleghi del clero – di ricordarsi le virtù cristiane che troppo spesso sembravano dimenticate nel trattamento degli animali… Da un punto di vista filosofico, Young considera l’etica animale a partire da un’ampia gamma di teorie morali”. (pp. iii-iv).
. David N. Bell, Wholly Animals. A book of Beastly Tales, Cisercian Publication, Kalamazoo 2002, 203 pp.
Come Alice Duthie-Clark (l’illustratrice del libro) afferma nella Prefazione: “Le storie tradotte presenti in questo testo provengono da fonti arabe, aramaiche, catalane, coptiche, germaniche, greche, ebraiche, italiane, latine, persiane e yiddish” (pp. 9-12).
. Zuffetti Zaira, Gli animali del presepio. Dall’Eden a Betlemme, Ancora, Milano 2002, 79 pp.
Dal serpente del giardino dell’Eden all’Arca di Noè, dall’asinello del Presepe alla colomba dello Spirito Santo. Tutta la Bibbia, antico e nuovo Testamento, è disseminata di episodi dove gli animali sono presenti, sullo sfondo, o addirittura in prima fila nei panni di coprotagonisti. La rappresentazione artistica, dando corpo alla narrazione, li ha raffigurati nei dipinti e negli affreschi di tutti i tempi. Questo volume presenta un’antologia che racconta la storia della salvezza attraverso gli animali, grazie ai dipinti di Bosch, Bergognone, Lotto, Masolino, Veneziano. (dalla quarta di copertina)
. Matthew Scully, Dominion, The Power of Man, the Suffering of Animals, and the Call to Mercy, St. Martin’s Press, New York 2002, 434 pp.
Nel suo libro l’autore mostra come l’Antico e il Nuovo Testamento ci insegnano a rispettare e a gioire delle creature non umane. Come egli stesso afferma nell’Introduzione: “Siamo chiamati a trattarli con gentilezza, non perché essi abbiamo diritti o potere o qualche pretesa all’eguaglianza ma, in un certo senso, proprio perché non ce l’hanno: perché essi stanno impari e senza potere davanti a noi. Gli animali sono così spesso trascurati. Ogni volta che ci approcciamo al loro mondo… lo facciamo come padroni della terra…” (pp. xi-xii).
. Paul Waldau, The Specter of Speciesism: Buddhist and Christian Views on Animals, Oxford University Press, Oxford-New York 2002, 303 pp.
“Questo nuovo studio considera come gli animali sono stati considerati nelle tradizioni religiose buddista e cristiana… Il suo [dell’autore] lavoro fornisce, agli studiosi e a coloro che sono interessati ai fondamenti delle scelte etiche, nuove prospettive nelle argomentazioni cristiane e buddiste circa gli animali; contemporaneamente, mostra ciò che tali tradizioni possono offrire al dibattito contemporaneo circa i diritti animali e l’etica ambientale”. (http://www.oup.com/us/catalog/general/subject/ReligionTheology/PhilosophyofReligion/?view=usa&ci=9780195145717)
. Robert N. Wennberg, God, Humans, and Animals. An Invitation to Enlarge Our Moral Universe, William B. Eerdmans Pub., Grand Rapids (Mich.) c2003, 358 pp.
“Un gradito contributo alla letteratura riguardante il significato morale degli animali. Wennberg scrive da un punto di vista cristiano, collegando lo status morale degli animali da un lato prima a Dio e poi agli uomini e dall’altro all’ambiente. Gli animali hanno un significato morale in loro stessi, non solo perché contribuiscono al benessere dell’ambiente e degli uomini”. (Lawrence Johnson, dalla quarta di copertina)
. Celia E. Deane-Drummond, The Ethics of Nature, Blackwell, Malden (MA) 2004, 256 pp.
“Il nuovo libro di Celia E. Deane-Drummond, The Ethics of Nature, è un libro ambizioso che costituisce un nuovo contributo alla serie di Blackwell ‘New Dimensions in Religious Ethics’. Il suo scopo è quello di introdurre studenti universitari e seminaristi alla complessità del rapporto che l’uomo intrattiene con la natura attraverso una serie di approcci provenienti dalla teologia e dalla filosofia morale; esso mira, inoltre, ad avanzare una posizione costruttiva. Un’attenzione speciale è data a temi come l’etica animale, la clonazione, la biologia agraria e alla teoria Gaia”. (Michael Kraftson‐Hogue, The Journal of Religion, Vol. 84 No. 4 Oct 2004)
. Carol J. Adams, Prayers for Animals, Continuum, New York 2004, 132 pp.
“Le persone che amano gli animali conoscono il potere trasformante di questo amore. Qui sono presenti preghiere che parlano delle varie relazioni che intratteniamo con gli animali: preghiere di adorazione e celebrazione; preghiere riguardanti le relazioni che intratteniamo con gli amici animali che vivono con noi; preghiere per il dolore alla perdita di un amico animale; preghiere di richiesta e di intercessione per gli animali che stanno soffrendo… Le preghiere si occupano di una vastità di emozioni, dalla paura alla rabbia e dalla tristezza alla gioia”. (http://www.caroljadams.com/book_prayersanimals.html)
. Wénin André, Non di solo pane…, EDB, Bologna 2004, 264 PP.
Il pasto è un evento altamente simbolico. Attorno alla mensa si vivono, si nutrono e si tradiscono i rapporti umani e sociali: nei pasti in famiglia o tra amici, nei pranzi d’affari o nei banchetti diplomatici. L’atto del mangiare presenta inoltre un legame intrinseco con la violenza, poiché consiste in una modalità di appropriarsi del cibo che implica una distruzione. Anche nella Bibbia il cibo occupa fin dalle prime pagine una posizione strategica. La disposizione del Creatore riguardo al menù vegetale dei viventi (cf. Gen 1,29-30) suggerisce che il cibo è il luogo simbolico di una scelta tra violenza e mitezza, che occorre limitare la violenza per rispettare la vita. Quando Dio fa dell’uomo un essere in relazione, gli ordina di non mangiare tutto quello che viene dato (Gen 2,16-17), lasciando una possibilità alla riconoscenza e alla condivisione. Per vivere non basta infatti mangiare: è altrettanto necessario intrattenere rapporti con gli altri, smettere di mangiare, convertire in mitezza le proprie forze brute per aprire un posto all’altro in vista dello scambio e della relazione. La prima parte del volume approfondisce il simbolismo del cibo nei due racconti della creazione. L’alternativa tra mitezza e violenza, suggerita dalla scelta del cibo vegetale anziché carneo, costituisce l’argomento della seconda parte. La terza mostra come alcuni pasti segnalino un cammino – dalla Pasqua d’Egitto a quella di Gesù – nel quale la scelta per l’alleanza è un pegno di vita… (dalla quarta di copertina)
. Steve F. Sapontzis (a cura di), Food for Thought. The Debate over Eating Meat, Prometheus Books, Amherst, New York 2004, 382 pp.
“Steve Saponitzis ha curato un’interessante raccolta di articoli, ciascuno dei quali si occupa di una delle dimensioni dei vari temi presenti nel dibattito etico circa il mangiare la carne… Le tradizioni considerate sono Ebraismo, Cristianesimo, Cattolicesimo, Islamismo, Religioni Asiatiche e le tradizioni dei nativi americani”. (Richard P. Haynes, Journal of Agriculture and Environmental Ethics, Vol. 21 (2008), pp. 99-105)
. Gary Steiner, Anthropocentrism and Its Discontents. The Moral Status of Animals in the History of Western Philosophy, University of Pittsburgh Press, Pittsburgh (Pa.) c2005, 332 pp.
“In questo libro Steiner conduce un’indagine sulla storia (eurocentrica) delle dottrine, delle attitudini e delle credenze circa lo status etico degli animali (non umani)… Anche se Steiner non ha pretese di esaustività, le figure di cui lui si occupa rappresentano una gamma piuttosto completa dall’antichità alla postmodernità”. (Ralph Acampora, Journal of the History of Philosophy, Vol. 44 No. 3 (2006), pp. 480-481)
Adriano Mariani, «Do per cibo il verde dell’erba» Genesi 1,30. Il cristianesimo alla prova della condizione animale. Quaderni Satyagraha, n. 8, Centro Gandhi, Pisa 2005, 169 pp.
. Donna Yarri, The Ethics of Animal Experimentation. A Critical Analysis and Constructive Christian Proposal, Oxford University Press, Oxford-New York 2005, 220 pp.
“I tempi sono maturi per un nuovo libro sull’etica della sperimentazione morale e questo è il caso di questo libro. Il lavoro di Yarri è completo, interdisciplinare e pragmatico… Esso è profondamente documentato circa i recenti sviluppi nella scienza, nelle teorie legali e nella politiche pubbliche. Ed è eloquente circa i contributi apportati dalla teologia e della filosofia alla nostra comprensione degli animali e del loro posto nel mondo”.
(http://www.oup.com/us/catalog/general/subject/ReligionTheology/Theology/?view=usa&ci=9780195181791 — Stephen H. Webb)
. Rod Preece, Brute Souls, Happy Beasts, and Evolution: the Historical Status of Animal, UBC Press, Vancouver c2005, 480 pp.
“Rod Preece… offre un tour completo dello stato degli animali nella società umana dal V secolo a.C. ai giorni d’oggi… Nel suo studio, l’autore usa quattro affermazioni storiche e afferma che sono tutte imperfette. Esse sono: il Cristianesimo ha negato l’immortalità agli animali e quindi li ha privati delle considerazione etica; era convinzione quasi universalmente accettata che gli animali erano progettati come mezzi per l’uomo e non come fini in sé; che la teoria evolutiva di Charles Darwin ebbe un impatto positivo su come gli animali erano considerati e venivano trattati; e l’idea della bestia felice non era un tentativo sincero di sollevare lo status degli animali”. (Mark Bekoff, The Quarterly Review of Biology, Vol. 81 No. 1 (March 2006), p. 50)
. Chilkuri Vasantha Rao, Ecological and Theological Aspects of Some Animal Laws in the Pentateuch, Indian Society for Promoting Christian Knowledge, Delhi 2005.
“Il presente lavoro… rintraccia le nozioni positive di benessere animale nelle scritture, in modo particolare nelle leggi deuteronomiche che esplicitamente rispettano, proteggono e sostengono gli animali… Il libro è diviso in tre capitoli… Il primo… si occupa dell’approccio esegetico al problema… Il secondo si occupa specificatamente di tre leggi riguardanti gli animali nel codice deuteronomico… Il terzo capitolo riguarda una valutazione teologica… e finisce con un riassunto teologico al fine di formulare un’etica della co-creazione”. (Arun Kumar Wesley, Asia Journal of Theology, Vol. 21 No. 1 (Apr 2007), pp. 170-172)
. Vasu Murti, They Shall Not Hurt or Destroy: Animal Rights and Vegetarianism in the Jewish-Christian Traditions, Jeevandaya Vedi, Kottayam 2005, 244 pp. [Indian ed.]
“Uno dei segreti meglio nascosti del Giudaismo e del Cristianesimo è che entrambe le religioni hanno ricche tradizioni a favore del vegetarianismo. They Shall Not Hurt or Destroy esplora i principali scrittori e capi giudeo-cristiani che hanno affermato che Dio si prende cura di tutta la creazione e che così dobbiamo fare pure noi. I valori e gli insegnamenti fondamentali di queste fedi, conclude l’autore, incoraggiano un’alimentazione a base di vegetali”. (dalla quarta di copertina)
. Paul Waldau e Christine Kimberley Patton, A Communion of Subjects: Animals in Religion, Science, and Ethics, Columbia University Press, New York 2006, 686 pp.
“Questo volume sorse durante una conferenza su religioni e animali tenutasi nel 1999 presso la Harvard University. Esso contiene circa cinquecento articoli, comprese due interviste. Gli autori sono specialisti di varie discipline: religione, teologia, filosofia, cultural studies, etica, biologia, zoologia, veterinaria, psicologia, diritto… Il volume è diviso in undici parti principali. In esse sono inclusi articoli riguardanti gli animali all’interno delle varie religioni mondiali, nel mito, nei rituali, nell’arte”. (Ingvil Saelid Gilhus, Journal of the American Academy of Religion, Vol. 75 No. 4 (Dec 2007), pp. 998-1000)
. J. Ratzinger, In principio Dio creò il cielo e la terra, Lindau, Torino 2006, 136 pp.
Il volume consiste di cinque riflessioni sul significato cristiano della creazione, sulla sua intrinseca razionalità. Il testo esprime il senso del processo creativo non solo come spiegazione causale ma soprattutto come missione che Dio ha affidato all’uomo. Da ciò il significato del peccato originale come tradimento di questa missione. L’ultima riflessione si concentra sulle implicazioni che ha per l’uomo la credenza in un mondo creato da Dio e non ridotto a cieca materia.
. Lisa Kemmer, In Search of Consistency: Ethics and Animals, Brill, Leiden-Boston 2006, 542 pp.
“Questo volume espone le principali idee presenti nell’etica animale e costruisce il dialogo critico che emerge all’intersezione tra i diritti animali, l’etica ambientale e gli studi religiosi. In search of consistency: Ethics and Animals esamina il lavoro di influenti studiosi Tom Regan (diritti animali), Peter Singer (utilitarismo), Andrew Linzey (teologia), and Paul Taylor (etica ambientale) ed esplora l’etica e gli animali all’interno di sei religioni mondiali (religioni indigene, Induismo, Buddismo, Cristianesimo, Giudaismo e Islamismo)”. (dalla quarta di copertina)
. Paolo De Benedetti, Animali, EMI, Bologna 2007.
. Edward Searl (a cura di), In Praise of Animals. A treasury of Poems, Quotations and Readings, Skinner House Books, Boston 2007, 190 pp.
In questa raccolta di poesie, citazioni e letture, l’autore esprime l’amore per l’intera creazione. Tra le altre fonti sono presenti quelle bibliche, come Isaia, Giobbe, i Salmi, Schweitzer e san Francesco.
Marco Fanciotti, La Chiesa e gli animali. La dottrina cattolica nel rapporto uomo-animale, A. Perdisa, Bologna c2007, 132 pp.
La visione antropocentrica, che colloca la specie umana al centro del mondo, e le filosofie dualistiche, che contrappongono la materia allo spirito, il corpo all’anima, il raziocinio alla “brutalità”, debbono ormai essere superate. Questo libro ricostruisce il percorso di una delle tradizioni di pensiero che maggiormente hanno favorito una visione antropocentrica, quella giudaico-cristiana per come si esprime il magistero della Chiesa cattolica romana. E mostra come questo percorso, peraltro non univoco e anzi talora contraddittorio, rappresenti un’occasione perduta per contribuire alla costruzione di una visione del mondo nella quale gli animali abbiano il posto che loro spetta”. (dalla quarta di copertina)
. Paolo De Benedetti, Il nostro prossimo, gli animali. Bologna: EMI 2007, 61 pp.
“Egli [l’autore] conosce e ama gli animali… Con lui vediamo che il malinteso ‘dominare la terra’ del Genesi significa fare cose più belle di quelle fatte da Dio, perché il pane è più bello delle spighe e il tessuto più bello del lino. A chi tratta bene gli animali è promessa la stessa ricompensa, vita lunga e felice, di chi onora padre e madre… Nella tradizione rabbinica gli animali hanno l’anima, l’angelo custode, e pregano… Dio promette pace anche con le pietre del campo e le bestie selvatiche. In sostanza, tutto il creato è nostro ‘prossimo’, da amare come tale… Se gli animali non hanno peccato, perché sono travolti nella punizione dell’uomo? Forse perché c’è una fondamentale uguaglianza tra tutte le specie”. (Enrico Peyretti (24 July 2007) http://www.peacelink.it/pace/a/24731.html)
. De Benedetti, Teologia degli animali. Brescia: Morcelliana, 2008, 96 pp.
“[Come De Benedetti spiega] è la fragilità e la sofferenza degli animali, il loro silenzio, che li annovera tra i poveri del mondo, per i quali Dio ha uno sguardo privilegiato… Mentre noi commettiamo colpe, gli animali patiscono il dolore senza colpa… [L’autore] non esita a dire che ‘il più grande problema che la teologia ha da affrontare è la sofferenza degli animali’ … Per la Bibbia, l’uomo non è salvato da solo… Gli animali domestici hanno spesso una ‘concezione religiosa dell’uomo’, ‘uno scambio di spirito’ con lui, e dunque ‘sono davvero persone’”. (Enrico Peyretti, Senecio 2009, www.senecio.it/rec/animali.pdf)
. Laura Hobgood-Oster, Holy Dogs and Asses. Animals in the Christian Tradition, University of Illinois Press, Urbana-Chicago 2008, 176 pp.
“In questa breve indagine Hobgood-Oster cerca di aiutare il lettore a ‘vedere’ gli animali nella storia del Cristianesimo. In modo più controverso ella cerca di mostrare alternative al dominio dell’uomo sull’animale all’interno della tradizione cristiana… Hobgood-Oster solleva alcune importanti questioni teologiche e storiche circa il ruolo degli animali all’interno della tradizione cristiana, domande che incoraggiano la riflessione profonda tra i credenti”. (Glenn M. Harden, Religious Studies Review, Vol. 35 No. 3 (Sep. 2009), p. 258.
. Janet E. Spittler, Animals in the Apocryphal Acts of the Apostles: The Wild Kingdom of Early Christian Literature, Mohr Siebeck, Tübingen c2008, 264 pp.
“Spittler afferma che gli autori degli atti aprocrifi conoscevano la discussione dei contemporanei circa gli animali e così pure la raffigurazione degli animali nella letteratura popolare… Spitter dedica un capitolo al posto degli animali nel pensiero greco-romano…. e un altro all’antica prosa narrativa riguardo agli animali in generale. I seguenti capitoli li dedica a ciascuno dei cinque maggiori atti – di Andrea, Giovanni, Paolo, Pietro e Tommaso – ponendo molta attenzione è data alla ricostruzione dei testi originali”. (Pieter J. Lalleman, Journal for the Study of the New Testament, Vol. 32 No. 5 (2010), pp. 131-132)
. Dominic Alexander, Saints and Animals in the Middle Age, Boydell Press, Woodbridge UK-Rochester NY 2008, 200 pp.
“In questo libro, importante ed accattivante, Dominic Alexander ha intenzione di esaminare lo sviluppo del santo cristiano e della storia animale e le varie influenze su questo genere, come egli lo identifica, nella letteratura agiografica. Inoltre, guarda agli scopi che queste storie avevano per gli agiografi medievali e i suoi ascoltatori: così facendo, offre molte intuizioni, fresche e stimolanti, nella cultura medievale”.
(Dorothy Ann Bray, Journal of English & Germanic Philology, Vol. 109 No. 4 (Oct 2010), pp. 517-519)
. David Grumett e Rachel Muers (a cura di), Eating and Believing: Interdisciplinary Perspectives on Vegetarianism and Theology, T & T Clark, Londra-New York c2008, 274 pp.
“Questo chiara ed accademica raccolta di saggi esamina le pratiche, le comunità e i contesti del pensiero cristiano sul vegetarianesimo, anziché focalizzarsi esclusivamente sui termini teologici, le idee e i testi. Essa considera il ‘cibo’ come portatore di significati complessi all’interno di una tradizione storicamente situata… Specialisti biblici come Nathan MacDonals e David Horrell and teologi come David Grumett e David Clough analizzano il posto del cibo e le regolamentazioni alimentari nelle Scritture”. (Donald J. Dietrich, The European Legacy, Volume 15 No. 4 (2010), pp. 501-502)
. Andrew Linzey, Creatures of the Same God. Explorations in Animal Theology, Lantern Books, New York 2009, 139 pp.
“In questa raccolta di saggi Linzey risponde con la sua solita arguzia, erudizione e intuizione ad alcune delle contemporanee (e forse sorprendenti) sfide ai diritti animali… Egli sostiene che, lontano dai giudizi, talvolta superficiali, di coloro che credono gli animali indegni di considerazione teologica, la tradizione cristiana possiede una sorgente di principi e risorse utile per considerare gli animali seriamente. Anziché essere marginali alla esperienza cristiana, Linzey conclude che gli animali possono prendere il loro legittimo posto accanto agli esseri umani come creature dello stesso Dio”. (dalla quarta di copertina)
. Deborah Jones, The School of Compassion: A Roman Catholic Theology of Animals, Gracewing, Herefordshire 2009, 328 pp.
. Celia Deane-Drummond e David Clough (a cura di), Creaturely Theology. On God, Humans and Other Animals, SCM Press, Londra 2009, 294 pp.
“Creaturely Theology è una raccolta di ricerche innovative nella relazione esistente tra uomini e animali all’interno della teologia cristiana. Gli autori prendono parte ad una ‘teologia creaturale’… e, pertanto, partono da una ricognizione della nostra somiglianza con le altre creature di Dio anziché delle differenze…”. (dalla quarta di copertina)
. Katerine Wills Perlo, Kinship and Killing. The Animal in the World Religions, Columbia University Press, New York 2009, 279 pp.
“Attraverso l’attenta lettura di testi ebraici, cristiani, islamici e buddisti, Katherine Wills Perlo mostra in che modo la nostra relazione con gli animali plasmi la dottrina religiosa… Ella individua quattro diverse strategie per affrontare questo conflitto… Come gli uomini provano più empatia verso gli animali, Perlo trova che i credenti modificano le loro interpretazioni dei testi religiosi. Anche le ontologie preesistenti… assieme agli sviluppi delle pratiche e tecnologie di allevamento, incoraggiano cambiamenti nel trattamento degli animali…” (dalla quarta di copertina)
. Paolo De Benedetti, Il filo d’erba. Verso una teologia della creatura a partire da una novella di Pirandello. Brescia: Morcellania, 2009, 55 pp.
“Una teologia della creatura oggi non può non guardare, a occhi spalancati, dentro il cuore pulsante del vivente. L’idea che un filo d’erba possa vibrare di sensibilità entrando in viva relazione con il mondo umano emerge dalla novella di Luigi Pirandello, Canta l’Epistola.
E solo una teologia come quella di Paolo De Benedetti è capace di cogliere la creaturalità di una bellezza deperibile e inerme come quella di un filo d’erba. Non in virtù di una sensibilità ecologica estesa anche alle cose inanimate – un sentimento pur lodevole che oggi però è abbastanza diffuso, almeno nelle anime più avvertite – ma in virtù di una precisa lettura della Parola biblica, che interpreta la storia a partire dal basso, dall’infimo, dal perdente”. (dalla quarta di copertina)
. Jack Wintz, Will I See my Dog in Heaven? God’s Saving Love for the Whole Family of Creation, Paraclete Press, Brewster (Mass.) 2009, 153 pp.
“Rivedremo i nostri cani e gatti nell’aldilà? Il creato non umano è incluso nel piano eterno di Dio? Padre Jack Wintz, frate francescano e scrittore famoso, è portatore di un amore per tutta la creazione e di un entusiasmo contagioso al fine di esplorare le risposte che vennero date a queste domande a lungo poste. In Will I See my Dog in Heaven? Padre Jack ammette che nessuno conosce per davvero ciò che Dio ha in mente per noi nella vita a venire. Ma in dieci meditati capitoli, egli organizza le prove, contenute nelle Scritture, nella tradizione e liturgia cristiana e nella vita e insegnamenti di san Francesco di Assisi, che Dio desidera tutte le creature… nell’aldilà”. (dalla quarta di copertina)
. Stephen C. Barton e David Wilkinson (a cura di), Reading Genesis After Darwin, Oxford University Press, Oxford-New York 2009, 254 pp.
“Questa antologia consiste di tredici saggi, scritti da professori specializzati in studi biblici o in teologia, riguardanti l’interpretazione del Genesi (del quale considerano, quasi esclusivamente, i primi capitoli) a partire dall’Origine delle specie di Charles Darwin (1859)… Tra gli altri è presente un saggio di David Clough riguardo agli animali, al capitolo 9: ‘All God’s Creatures: Reading Genesis on Human and Nonhuman Animals’”. (Kim Paffenroth, Evo Edu Outreach, Vol. 3 (2010), pp. 279-299)
. Andrew Linzey, Why Animal Suffering Matters. Philosophy, Theology, and Practical Ethics, Oxford University Press, Oxford-New York 2009, 206 pp.
“In Why Animal Suffering Matters, Andrew Linzey sostiene che il rational case per estendere la sollecitudine morale a tutti gli esseri senzienti, quando analizzato imparzialmente, è molto più forte di quanto si possa pensare. Infatti, Linzey dimostra come molte delle giustificazioni utilizzate per infliggere sofferenza agli animali in realtà forniscono una base per proteggerli”.
(http://www.oup.com/us/catalog/general/subject/ReligionTheology/Theology/?view=usa&ci=9780195379778)
. Hilarie e James Cornwell, Saints, Animals, and Symbols, Morehouse Pub., Harrisburg (PA) c2009, 160 pp. [3 ed.]
Utile per capire il simbolismo tradizionale di alcuni animali presenti nelle Sacre Scritture. I diversi animali – mammiferi, uccelli, serpenti – sono spiegati attraverso il loro significato nascosto. Infatti, anche se le Scritture sono redatte primariamente in un linguaggio naturale, può essere utile conoscerne il significato simbolico.
. Mary Evelyn Tucker e John Grim (a cura di), Thomas Berry, The Christian Future and the Fate of Earth, Orbis Books, Maryknoll (NY) 2009, 160 pp.
“L’autore, in un linguaggio intenso e poetico, presenta una visione avvincente della sacralità dell’universo e del reciproco collegamento della comunità terrestre. Attingendo da Aquino e Teilhard de Chardin egli inserisce la tradizione cristiana all’interno di una cosmologia della cura per l’intera creazione”. (da: http://www.thomasberry.org/Books/)
Adriano Mariani, Non uccidere. Il cristianesimo alla prova della condizione animale, Gandhi Edizioni, Pisa 2010, 192 pp.
“Il lavoro, articolato in quattordici informatissimi capitoli, è guidato – come l’autore stessa dichiara –dall’intento di“vagliare, alla luce del ‘principio nonviolenza’, la verità e i limiti del cristianesimo riguardo alla condizione animale” (p.195). Benché questo risulti certamente il nodo centrale dello studio, Mariani intrattiene proficuamente un dialogo continuo con testi che sono non soltanto quelli cristiani ma anche quelli della tradizione antica, induista, buddista, senza trascurare neanche la bibliografia degli studiosi che si sono interessati all’argomento”. (http://www.gandhiedizioni.com/)
. Deborah Jones, Concern for Animals: from a Catholic Perspective, Catholic truth Society, London 2010, 56 pp.
(Traduzione Italiana Animali e pensiero cristiano, Dehoniane, Bologna 2012)
Nella sua breve indagine, l’autrice si interroga, a partire da una prospettiva cristiana, circa importanti quesiti relativi all’etica animale. Attraverso un’originale rilettura delle sacre Scritture, cerca di rispondere a interrogativi morali riguardanti l’agire dell’essere umano nei confronti degli animali – ad esempio la liceità di cibarsi delle loro carni o di indossare le loro pellicce – ma anche più propriamente teologici – ad esempio la questione relativa all’anima degli animali e alla sua immortalità. Nella propria ricerca, la Jones non manca di fare riferimento alle esperienze di vita di quei santi che, tradizionalmente, vengono ricordati per la loro sensibilità nei confronti delle altre creature viventi; e, proprio al fine di rafforzare e avvalorare la lettura da lei proposta dei testi della tradizione cristiana, l’autrice fa riferimento anche agli insegnamenti papali e al catechismo della Chiesa Cattolica. Con argomentazioni oggettive ed equilibrate, il presente lavoro è in grado di gettare nuova luce sul ruolo assegnato all’essere umano all’interno del creato e sull’amore di Dio per l’intera creazione.
. Laura Hobgood-Oster, The Friends We Keep. Unleashing Christianity’s Compassion for Animals, Baylor University Press, Wako 2010, 226 pp.
“The friends we keep ci introduce, delicatamente ma, allo stesso tempo astutamente, alla situazione che gli animali vivono oggi – come animali da compagnia, da sport, da reddito, come animali selvatici – e allo stesso tempo racconta una miriade di storie sorprendenti ed istruttive provenienti dalla ricca e lunga storia del Cristianesimo… E sembra che una volta – non troppo tempo fa – gli animali giocassero un ruolo importante nella cristianità.” (dalla quarta di copertina)
. Helen Waddell, Beasts and Saints, [S.l.] Pook Press, 2010.
“Queste sono storie di reciproca carità tra santi e animali, dalla fine del quarto secolo d.C. fino alla fine del dodicesimo”. (dalla prefazione)
. Salvatore Geruzzi (a cura di), Uomini, demoni, santi e animali, F. Serra, Pisa 2010, 266 pp.
“Letterati, storici, filosofi e scienziati hanno sempre trattato non solo degli animali, ma anche del rapporto di questi con gli uomini… Nell’ambito della tradizione religiosa gli animali sono sempre presenti, e sovente sono il tramite non solo per la sfera del divino ma anche per l’inquietante mondo ctonio. Spesso anche le storie delle città sono legate ad un animale… Gli scritti qui raccolti tengono sempre presente, in momenti e situazioni diverse, questo inscindibile legame tra uomo ed animale e, presentando un panorama critico complesso ed articolato dello stato delle ricerche di studiosi di diverse discipline, vogliono offrirsi come un agile ed aggiornato strumento di lavoro per quanti si accostano al tema dell’incontro tra uomo ed animale”. (http://www.libraweb.net/result1.php?dettagliononpdf=1&chiave=2542&valore=sku&name=Uomini.jpg&h=426&w=300)
Enzo Bianchi-Pietro e Chiaranz-Anne Laetitia Michon, Uomini e animali, Edizioni Qiqajon, Magnano (Biella) 2011, 160 pp.
“C’è salvezza anche per gli animali? Una risposta cristiana. La Scrittura e la sapiente riflessione dei padri della chiesa offrono un approccio positivo e ponderato al rapporto tra animale e uomo, mostrando che a quest’ultimo non è dato un potere arbitrario e assoluto, bensì la responsabilità di custodire il creato quale mandatario di Dio. L’uomo, cioè, non è isolato al centro della creazione, ma è posto in una grande comunione di creature: al centro ci sono solo Dio, la comunione e l’amore”. (da: http://www.monasterodibose.it/component/page,shop.product_details/flypage,flypage.tpl/product_id,1013/option,com_virtuemart/Itemid,475/lang,it/)
. Lisa Kemmerer, Animals and World Religions. Rightful Relations, Oxford University Press, Oxford-New York 2011, 368 pp.
“La dottoressa Kemmer… partendo da uno studio delle tradizioni indigene mondiali, passa ad analizzare le religioni di India (Induismo, Buddismo e Giainismo), Cina (Daoismo e Confucianesimo) e, infine, Medio Oriente (Ebraismo, Cristianesimo e Islamismo)… Animals in world religions dimostra come, per chiunque rivendichi una delle grandi religioni mondiali, sia necessario ripensare il modo in cui trattiamo gli animali non umani”. (http://www.oup.com/us/catalog/general/subject/ReligionTheology/PhilosophyofReligion/?view=usa&ci=9780199790678)
. Kemmerer e Anthony J. Nocella II, Call to Compassion: Religious Perspectives on Animal Advocacy from a Range of Religious Perspective, Lantern Books, New York 2011, 303 pp.
“Call to compassion è una collezione di saggi emozionanti e appassionati sul posto riservato agli animali all’interno del milieu filosofico, culturale e quotidiano delle pratiche spirituali del mondo antico e moderno. Dall’Induismo al Buddismo e al Daosimo, attraverso le tradizioni abramitiche, alla spiritualità Wicca e dei Nativi Americani, Call to compassion traccia i complessi modi in cui interagiamo con il mondo intorno a noi”. (da: http://www.isbnlib.com/isbn/1590561821/Call-to-Compassion-Reflections-on-Animal-Advocacy-from-the-Worlds-Religions)
. Gianfranco Nicora, Bioetica e teologia degli animali. REPORTATA, Mondodomani, Roma 2011
E’ un saggio con un excursus biblico, che partendo da una analisi non antropocentrica dei testi della creazione, pone tutti gli esseri viventi ( Uomini, animali, vegetali, angeli…) in cammino verso un mondo nuovo: La Gerusalemme Celeste. Questa che la teologia definisce Storia della salvezza riguarda l’intero universo e si realizza con una nuova etica di amore, rispetto, prendersi cura verso ogni creatura, che custodisce nel suo spirito il Soffio di Dio. Nell’universo l’uomo non è il padrone, il dominatore, ma colui che si prende cura del creato e divide la casa con gli altri esseri viventi animali e angeli. Bormolini Guidalberto e Luigi Lorenzetti (a cura di), Collaboratori del creato, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 2013, 144 pp.
Questa raccolta di saggi, esposti in occasione delI Convegno Nazionale dell’Associazione Cattolici Vegetariani che si è svolto a maggio 2012, pur’affrontando un tema per nulla inedito, ha comunque qualcosa di originale: è la prima riflessione specifica in Italia sorta in ambito cattolico. Il testo si propone principalmente, anche se non esclusivamente, al mondo cattolico, per spiegare le ragioni di una scelta consapevole e in linea con il pensiero della chiesa: La vocazione del custodire […] riguarda tutti. È il custodire l’intero creato, la bellezza del creato come ci viene detto nel libro della Genesi e come ci ha mostrato San Francesco d’Assisi: è l’aver rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo […] siamo“custodi” della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente; non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo! (Papa Francesco)
In effetti il compito materiale più alto su cui si misura una civiltà è come essa riesca a fare simbiosi con il creato,cioè a costruire oasi nei deserti, un’attività che certamente fa parte della “tua volontà così in cielo come in terra”.Perciò la società industriale dei consumi appare barbarica e l’opposto della volontà del creatore.Il volume è diviso in due parti: la prima riservata a una riflessione etica e teologica relativa al rapporto tra l’uomoe il creato; la seconda dedicata alla questione vegetariana nella Chiesa antica e nella società contemporanea.
Charles Camosy, For Love of Animals: Christian Ethics, Consistent Action, Franciscan Media, Cincinnati (OH) 2013, 155 pp.
Il presente volume invita i cristiani a un profondo cambiamento nel modo di intendere il loro rapporto con gli animali. L’autore si avvale da un lato delle Sacre Scritture e la tradiziona morale cattolica e dall’altro dai risultati dei pensatori morali contemporanei, come Peter Singer. Attraverso principi cristiani come la nonviolenza, la cura per i vulnerabili, la tutela della creazione divina e il rifiuto del consumismo l’autore presenta il dovere di trattare gli animali in modo morale.
. Guidalberto Bormolini, I santi e gli animali, Lef, Firenze 2014, 344 pp.
In tutte le tradizioni religiose sono presenti le figure del saggio e del santo capace di ammansire le bestie feroci, di conoscere a fondo i segreti della natura e di stringere amicizie speciali con alcuni animali. Nel mondo occidentale san Francesco è l’emblema dei santi amanti del creato: il Cantico delle creature è la più alta espressione poetica di questo amore. Il saggio di Bormolini allarga ulteriormente la prospettiva, mostrando come in realtà nelle vite dei santi questo tipo di rapporto ha un carattere quasi universale. Infatti il legame armonioso con il mondo animale caratterizza gran parte della tradizione monastica, non solo primitiva. Una delle esperienze più significative è quella dei monaci celtici, cantori innamorati della natura, talmente affascinati dalla meravigliosa bellezza degli animali da condividere con loro dei cenobi sui generis, collocati in località disabitate dall’uomo. Una delle critiche mosse alla tradizione occidentale cristiana è di aver favorito lo sviluppo di una cultura antiecologica, ma le vicende dei più grandi testimoni della cristianità, che sono i santi, potrebbero restituire alla cultura occidentale qualcosa che era andato perduto. Così come perduta era la perfetta armonia del Giardino incantato delle origini che tanti santi hanno saputo ritrovare, manifestandola in modo visibile, creando intorno a loro un piccolo angolo di quel Giardino, il meraviglioso Eden, da cui l’essere umano proviene e a cui forse tutti anelano di poter tornare.
. Guidalberto Bormolini La via vegetale alla saggezza. E alla spiritualità.
Un saggio di Bormolini su uno stile alimentare sempre più diffuso e che ha avuto tra i seguaci Pitagora, Tolstoj, Bob Dylan L’esclusione della carne dalle mense è molto antica, e se tradizionalmente viene definita astinenza, oggi più comunemente si usa il termine vegetarianesimo; ma comunque la si voglia intendere da sempre e ovunque è legata indissolubilmente ad un esperienza spirituale profonda, soprattutto nell’ambito della preghiera. Armando Torno Corriere della Sera, 2 Luglio 2000
. Bellucci Valentino, Cristo era vegetariano?, Edizioni Programma, Padova 2013, 104 pp.
Lungi dal voler porre un interrogativo blasfemo il presente saggio analizzerà nel dettaglio la storia dell’ antica pratica cristiana dell’esser vegetariani: “I Recognitionum libros, anticamente attribuiti a San Clemente Romano, affermano che San Pietro non si nutriva che di pane, olive e raramente erbe, mentre San Gregorio Nazianzeno si cibava solo di lupini. San Clemente Alessandrino riporta che l’apostolo Matteo si nutriva di semi, frutta ed erbaggi, ma non di carni. Eusebio di Cesarea afferma che tutti i discepoli di Cristo si astenevano da carne e vino”. Se gli apostoli si astenevano dal mangiare gli animali perché Cristo stesso non avrebbe dovuto farlo? Fu proprio lui a istruirli su come vivere. Ma vedremo in che modo e perché i vangeli sono stati modificati, ritrovando così le parole stesse di Gesù, quelle parole potenti che hanno portato i suoi discepoli a non togliere la vita a nessun animale per farne del cibo. Si tratta di raccontare una storia dimenticata, una storia dove creature indifese vengono, quotidianamente, condannate a morte. Ad ognuno la responsabilità etica di raccontare tale storia, sperando che nel futuro un nobile passato possa rivivere con forza e determinazione. (dalla quarta di copertina)
. Jürgen Moltmann, Piero Stefani e Paolo Trianni, La terra come casa comune. Crisi ecologica ed etica ambientale, Edizioni Dehoniane, Bologna 2017, 64 pp.
Come abitiamo la terra? E come la lasceremo alle future generazioni? Sarà ancora «casa comune» per la varietà dei viventi, oppure gli squilibri che osserviamo e sperimentiamo già oggi determineranno mutamenti irreversibili e condizioni sfavorevoli alla vita nelle sue diverse forme? Di fronte alla crisi ecologica attuale possono ben poco allarmismi e catastrofismi. Serve piuttosto un’assunzione di responsabilità, personale e collettiva, alimentata dalla conoscenza dei problemi reali e da una più profonda riflessione. Il volume approfondisce questo tema attraverso il contributo di tre autori: Jürgen Moltmann, tra i più attenti promotori della causa ecologica e delle sue implicazioni etiche e politiche; Pietro Stefani, che avvicina la crisi ambientale richiamandosi alla tradizione biblica; Paolo Trianni, che prende in esame il vegetarianesimo nei suoi intrecci con l’etica ambientale.